7 maggio 2017

Sull'amore, ma soprattutto dentro.

Gli amanti, Magritte
C’è un interesse in ciò che è nascosto e ciò che il visibile non ci mostra.
Questo interesse può assumere le forme di un sentimento decisamente intenso,
una sorta di conflitto, direi, tra visibile nascosto e visibile apparente.

R. Magritte




Questa sera ha una musica triste che le stringe il cuore, mentre, una ad una, gocciolano giù tutte le promesse che gli amanti non sono riusciti a mantenere.
L’amore, quello che serra il cuore fino a farlo scoppiare, è come una immensa grande promessa che mai sarà mantenuta, ma che non può che essere pronunciata.
Che si tagli la lingua!
Che si tappi la bocca!
Che si faccia tutto quel che si può per non far scappare le parole!
Il vano proposito annega nella sua ingenuità.
L’amore, quello che non si ha vergogna di raccontare, pronunciare, gridare, quello che fa dire: “Ti amo!”, che talvolta aggiunge qualche “o” e stringe la certezza che l’eco possa riempire il vuoto di una risposta mancata.
L’amore che ignora la pazienza, che non aspetta che il treno si fermi, che il taxi arrivi, che i piedi piantino l’ultimo passo.
L’amore che pensa di custodire in un bacio il più impenetrabile mistero e il più agognato tesoro.
L’amore che ingarbuglia le lenzuola, che accelera il respiro, che fa ridere come non mai o strappa il cuore senza rassicurare che si possa rammendare.
L’amore sussurrato alla luce di una luna che sa che quella, forse, è l’ennesima nuova bugia da velare.
L’amore che vive e vivifica, che muore e mortifica.
L’amore che è tutto ciò che si sa e che si ignora o quello che si ha la presunzione di sapere e non si vuole scoprire.
L’amore, quella promessa non mantenuta che due amanti stanno ballando su questa musica triste, con il cuore che gocciola tutto quello che non sono riusciti a mantenere.
In una sera in cui la primavera trasmuta nel più arido degli inverni.




[Una sera ho visto un bacio che sembrava tutto quello che ho detto e non detto dell’amore e mi sono chiesta se quella promessa sarebbe stata mantenuta. Non ho mai avuto una risposta. Non ho più dimenticato quella domanda.]

4 maggio 2017

L'amore è miope blogtour: un'esperienza tutt'altro che miope!





Ciao a tutti!
Lo so che il blogtour dedicato a L'amore è miope è finito e voi vi state dividendo tra chi: "Meno male, va'! Non se ne poteva più!" e chi: "No! Adesso come farò senza il post miope quotidiano?" [diciamo che questi secondi li ho messi per far finta di avere degli affezionati ammiratori].
Io sono, invece, chi: "Grazie a chi ha voluto esserci e a chi ha partecipato con entusiasmo".
Sono sempre stata un'appassionata sostenitrice del sentimento della gratitudine, questo soprattutto quando qualcuno decide di investire parte del suo tempo per dedicarlo a qualcun altro o a un progetto che non è il suo; e per me il tempo è una delle cose più preziose che si possano donare.
Quindi, questo post sarà pieno di grazie.
Il primo grazie va alle ragazze dei blog che, senza esitazione e con tanta euforia hanno partecipato a questa piccola, ma per me grandissima, avventura, che hanno letto il libro e si sono appassionate alle mie storie miopi e di cui vi ricordo i blog che, se vi piace leggere, dovreste seguire [io li seguo!]:








Un secondo grazie va a chi ha seguito le tappe di questo viaggio nella miopia amorosa, attraverso le mie storie.
A proposito delle tappe, vi lascio i link, qualora qualcuno ne volesse sapere di più:



PRIMA TAPPA: presentazione del blogtour [QUI]

SECONDA TAPPA: motivi per leggere il libro [QUI]

TERZA TAPPA: personaggi [QUI]

QUARTA TAPPA: estratti [QUI]

QUINTA TAPPA: intervista [QUI]

SESTA TAPPA: recensione [QUI]

SETTIMA TAPPA: giveaway che ha curato L'ANGOLO LIBRI

Un terzo grazie va a chi ha partecipato al giveaway su Instagram e ha mostrato di voler davvero ricevere il mio libro.

Ovviamente, grazie a Pub Gold, la casa editrice che ha creduto ne L'amore è miope e ha voluto pubblicarlo, inserendolo tra le sue scelte di qualità, dato l'esiguo, ma oculato, numero di pubblicazioni che ha deciso di effettuare annualmente.

Infine, grazie a chi ha letto o leggerà L'amore è miope, magari dopo essere stato raggiunto da questa ventata di miopia amorosa, generata dal blogtour. Nel caso qualcuno avesse piacere di farmi conoscere il suo parere sul libro, ne sarei davvero felice.
Quest'avventura finisce qui, con un cuore colmo di gioia e la testa piena di idee per un futuro che voglio, ardentemente, anche a costo di scottarmi, continui a prevedere la scrittura come una delle mie compagne di vita.
Vi lascio, dunque, con l'ultimo grazie e un abbraccio virtuale a tutti, anche a chi è più lontano, anche a chi ancora non mi ha incontrato e che forse incontrerò.

Con tanto affetto,

Valentina 



Ps: vi ricordo che potete trovare L'amore è miope in formato ebook su tutti i maggiori store online, lo stesso vale per l'edizione cartacea che, oltre che online, potete ordinare anche in libreria.
Per l'edizione cartacea, poi, esiste la possibilità di acquistarla QUI a un prezzo scontatissimo e con spese di spedizione ridotte [sempre sullo stesso store trovate anche Il piccolo quaderno delle grandi idee, a meno della metà del prezzo di copertina QUI [prendendoli entrambi ed incluse le spedizioni potrete pagare quasi il costo di uno solo dei due]




3 maggio 2017

L'amore è miope, ma Maria Sardella, in questa sua analisi, ci ha visto chiaro.




L’amore è miope di Valentina Luberto (Pubgold, 2017) si presta a una lettura di formazione, per non dire strettamente educativa, sull’approccio all’amore e alle sue insidie. Una gradevole, scanzonata ars amandi. E, come si conviene a una lezioncina comportamentale nei modi classici del magistero, dividiamo in settori una fantomatica lavagna nei quali riporteremo il numero dei protagonisti, la loro appartenenza di genere. Tenendo conto dei destinatari ideali di questi ammiccanti racconti, come dice con sagace ironia l’autrice, cioè degli innamorati o aspiranti tali dai trentacinque ai quindici anni. Ecco, tracciamo la linea di appartenenza di genere: da una parte lui, dall’altra lei, riservando una colonnina alle coppie. Non c’è storia d’amore in cui l’uno non si accompagni al due o a più. Da Paolo e Francesca, personaggi altolocati, a Paperino e Paperina, Minnie e Topolino fino, nel nostro caso, a Gustavo e Guendalina. Nella dualità, come tutti sanno, si determina l’epifania delle miopie (o di tutte le altre perdonabili o imperdonabili deficienze amorose), a tu per tu. Vis à vis e qualche volta persino ceek to ceek.

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Stando al numero vincerebbero quindi le femmine. Sarebbero loro a soffrire più di frequente della miopia amorosa? Non possiamo dirlo con verità scientifica. Il campione ci pare esiguo anche se esilarante. Ma anche i maschietti non scherzano. Loro sono più subdoli: sono miopi, ma gli occhiali li portano nel taschino per ogni evenienza (avvertimento della copertina). La coppia n.1 merita un discorso a parte, sono i miopi delle soap, frutto di sceneggiatori perversi che li manovrano per tenere alto lo share. Loro, gli amanti, si riconoscono e non si conoscono mai davvero. Per questo saranno costretti a sposarsi ripetutamente a distanza persino di decenni.
Il prologo funge da avvertimento: Guai a voi anime miopi! Spiega il convincimento della voce narrante, è insieme anamnesi, eziologia e terapia (e chi ha orecchie per intendere, intenda).
L’epilogo invece rappresenta insieme il ricordo e il sollievo dello scampato pericolo. Ironico, e nuovamente ammiccante, ci rivela il biografismo delle esperienze risolte nel catartico sorriso finale.
Il bravo docente si fermerebbe qui: la struttura è questa, ora vedetevela voi a identificarvi nell’uno o nell’altro personaggio. Impariamo a ridere di noi stessi, e gli occhiali non lasciamoli nel taschino o nella borsetta. Inforchiamoli sempre. Ci risparmieremmo qualche capitombolo, guadagnando in tranquillità, dice la voce narrante. Ma c’è davvero, nel range di età succitata, qualcuno che si ponga la tranquillità come obbiettivo? Cara la mia autrice, hai voglia a raccomandazioni. Sulla tua certezza, mi permetto di sorridere a mia volta. Ma quando mai!

Ringrazio Maria Sardella per aver letto "L'amore è miope" e per aver voluto parlarne in questo modo così originale. Che posso dire? Nonostante tutto, credo che gli occhiali nel taschino non imparerò mai a tenerli, con buona pace del mio tribolante cuor.