27 maggio 2014

disastrincastri che piacerebbero a Picasso



L'amicizia, Picasso



Il pensiero si ferma su quello che vuole. Il potere di dirigerlo verso ciò che vorremmo si rivela un voto al naufragio delle intenzioni, il più delle volte. La pace sia con loro – con tutte le intenzioni naufragate, dico – e arrediamoci all'ammutinamento del pensiero. Va dove vuole. Dove vuoi andare? gli chiedo. Non risponde. No, non andare lì! gli intimo, ma, mentre lo faccio, mi rendo conto che è un po' come quando dico a nonna Non chiamarmi sempre quando squilla il telefono, non preoccuparti che rispondo, glielo dico tutte le volte. Valentina, rispondi! me lo dice tutte le volte. Questa volta dico che le parole non si trovano mai a caso. Per caso, questa mattina, ho trovato una parola scritta a matita su un foglio sgualcito: riparare. E il pensiero è andato dove voleva, di nuovo. No, non sempre puoi riparare qualcosa da solo. Qualche volta c’è bisogno di qualcuno che ti passi la colla e ti dica Quel pezzo mettilo più inclinato che così s’incastra meglio. E tu lo metti in quel modo e scopri che sì, come ha detto l’altro, s’incastra proprio bene! Meno male che te l’ha detto, meno male che ti ha aiutato, meno male che c’era. Riparare, sempre lì, sempre su quel foglio sgualcito dal tempo e da tutte le volte che è stato stropicciato con intenzione, per sbaglio, per tutti i motivi che sai o non sai. Riparare, ancora lì, scritto a matita Che diamine, se sbagli puoi sempre cancellare, credi. Riparare, aggiustare, proteggere, porre rimedio a un danno o a un errore, rimediare... prendersi cura di nuovo, con più attenzione di prima ché quando qualcosa è rotto per davvero, i pezzi si sfarinano tra le dita, gli incastri son difficili da trovare, la colla, per tenere, ha bisogno che l’aiuti senza lasciare andare troppo in fretta. Quando ripari qualcosa il risultato è una lacrima, un sospiro, un nodo in gola, una fitta allo stomaco, una liberazione. Oppure una gran risata, subito dopo che i tuoi occhi e quelli dell’altro si sono aiutati a vicenda per trovare l’incastro giusto, le mani sporche di colla si confondono per tenere meglio –  per tenersi meglio –, lo sguardo a quello che è stato riparato e il pensiero che Non è mica tanto male, Picasso non avrebbe potuto far di meglio! E ci credi, mentre lo dici, ci credi davvero.




3 commenti:

  1. Riparare... bella parola. E' un gesto che si compie, che chiude, che guarisce. Mi piace molto. Ho difficoltà ultimamente con le parole, perché prima credevo moltissimo in queste, ma ora ho perso quel tipo di fede. Eppure, forse, anche questo tuo post è un segno che non aspettavo, ma di cui avevo bisogno. Penso comunque che sia sempre il caso di agire ché l'azione è dimostrazione, e io ho fortemente bisogno di queste cose ora. Metterci il corpo, lo sguardo nello sguardo, le mani nelle mani, le voci che si mescolano e condividono una risata. E' così che sento il bisogno di volermi legare ad una persona. E' così che voglio sentirmi completa. Tu hai scelto una parola che è gesto, mi hai esaudita senza saperlo. Spero che sia di buon auspicio per le decisioni che sto prendendo, che portino frutto e vengano capite dalle persone a cui tengo :)
    In ogni caso, grazie.

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  2. Io credo che se si pensa di essere parte di qualcosa di prezioso, allora sia sempre il caso di armarsi di colla, pazienza e tempo e di riparare. Il fatto che ci siano crepe profonde, che qualche pezzo sia andato perso e che l'armonia della forma non sia più la stessa più che scoraggiare siano solo un modo per prendersene più cura, con maggiore attenzione. Penso anche, però, che ci siano cose che non si possano riparare da soli e che sia indispensabile che anche l'altro investa energia, passione, forza e volontà. Soltanto così ciò che si è rotto potrà rinascere in una forma nuova, magari un po' spigolosa, con una bellezza tutta sua, come certi quadri di Picasso che li guardi e pensi: però, non ci avevo mai pensato a vederla così quella cosa li! All'inizio sei diffidente, ti devi abituare, ma alla fine pensi che quella cosa, più bella di così non poteva venire :)
    Quindi, sì: riparare, ma riparare insieme :)
    Grazie per il tuo pensiero :)

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  3. Bravissima, hai colto in pieno la mia intenzione: insieme! Poi sono disposta anche a smuovere oceani e montagne (mi perdoni Maometto), ma non da sola. Mai più da sola. :)

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