28 marzo 2014

SGHEMBESTORIE, Valentina Luberto




Cari lettori del mio blog e passanti di fortuna (o sfortuna? Decidetelo dopo aver esplorato per un po' il mio mondo), oggi sono davvero emozionata perché posso presentarvi la mia prima pubblicazione:



http://goo.gl/MGOxBK


SGHEMBESTORIE edito da Lettere Animate Editore, disponibile in formato cartaceo ed ebook in tutti gli store digitali e ordinabile in libreria.

La VERSIONE CARTACEA è disponibile in tutti gli store digitali, ad esempio, qui:

MONDADORI STORE: http://goo.gl/545DBN

LA FELTRINELLI: http://goo.gl/1IrlxS

AMAZON: http://goo.gl/np6Ett  (su Amazon consiglio di cercarlo anche nella casella di ricerca perché qualche volta è disponibile con Prime)

IBS: http://goo.gl/1LEqWQ

LIBRERIA UNIVESRITARIA: http://goo.gl/7vLe3B

ed è ordinabile in libreria.


La VERSIONE EBOOK è disponibile in tutti gli store digitali.

Su Amazon lo trovate cliccando qui


Su GOOGLE PLAY lo trovate cliccando qui

Su IBS lo trovate cliccando qui 

Su LaFeltrinelli lo trovate cliccando qui

Su InMondadori lo trovate cliccando qui

Su Bookrepublic lo trovate cliccando qui 

... e su tanti altri store :)

Qui, invece, parlo un po' di me e di "Sghembestorie"


Qui chiacchiero di me e Sghembestorie su Malincronicismo:


Qui, dei pareri su "Sghembestorie":




Qui una simpatica video recensione:


e in questo video, a partire dal minuto 00:33:





Chi conosce il mio modo di raccontare ritroverà in queste storie quel tratto leggero e surreale che caratterizza la mia scrittura, chi invece mi incontrerà adesso per la prima volta, spero che si possa affezionare ai miei personaggi e accompagnarli nelle loro vicende.
Conoscerete René e il suo sogno legato al cielo, Piera e il suo "lacrimoto", la stanza rossa vegliata dal Cavaliere Smemorato e dalla Dama Sveglia, Orlando e la sua filosofia zen, le inquietanti avventure del Signor P, l’esperto che dice di saper cucinare le cialde, un martedì a cui manca un venerdì, Orsorosso e le sue X, Clementina e Gedeone, Dovesiamqua e i suoi abitanti, il mago Morino, i chiacchieroni che importunano la stagioni. 
Ogni racconto è introdotto da uno scarabocchio, sì proprio uno scarabocchio, uno di quelli che spesso mi piace fare affidandomi all'intuizione del momento; come al solito, non chiamateli disegni altrimenti si arrabbiano.
Cosa troverete in queste storie?
Io spero riconosciate tra le mie parole una piccola parte di voi, che sia nel sogno di René o nel lacrimoto di Piera, nella corsa dell'esperto delle cialde o nei simpatici vuoti di memoria del Cavaliere Smemorato, ovunque decidiate di fermarvi, quello che mi piacerebbe sapere, sarebbe che la vostra fantasia si sia sentita a suo agio e vi abbia chiesto di restare ancora un po'.
Grazie a chi vorrà scoprire le mie storie, ma soprattutto a chi ha voluto accompagnarmi fino a qui.

Se avete voglia di seguirmi su Facebook potete farlo cliccando qui


Il mio canale Youtube, invece, lo trovate qui


18 marzo 2014

tatatabum



Mark Rothko, No. 14




Lo odio! Come, chi? Te, odio te! Ci sono tante cose che puoi pensare quando vedi per la prima volta qualcuno e io ho pensato proprio: lo odio! Come, perché? Perché su questa tela l’attico l’avevo puntato prima di te, doveva essere mio! Ah, che belle feste che avrei organizzato, tutte sangria e flamenco sui tubi di tempera. Sì, sì: olio su tela. Non lo hai detto, ma ti ascolto lo stesso con quella tua aria mesta e mista tra un sotuttoio e un puoifaremenorumore. E no che non posso fare meno rumore! Sei mai stato a una festa in cui si fa meno rumore? Sei mai stato a una festa? Eh, ma anche se il piano di sopra lo hai preso tu, al piano terra non ci si annoia! Anzi, sai che ti dico? Che qui giù è anche meglio, così possiamo piantare i piedi a terra e taccopuntataccopuntatacco. Olé! Senza che nessuno, dall’aria cupa, perché, lasciatelo dire, ma i toni scuri non è che diano tanto brio, dica continuamente: puoi fare meno rumore? E no che non voglio fare meno rumore! Sei mai stato al centro di una girandola di colore rosso, la tempera che vortica e disegna come se il pennello lo tenesse in mano il cuore? Tatatabum! Sì, in effetti è un po’ mosso, non c’è una forma, non c’è nemmeno un senso apparente, per dirla tutta sembra il lavoro di un imbianchino ubriaco: arte contemporanea! Ma cosa vuoi capirne tu che sei così antico. Tutte le hai: antico, triste, bacchettone, eppure…
Lo amo! Come, chi? Te, amo te! Tra tutte le cose che potevo pensare, l’unica che mi viene in mente oggi è: lo amo! Come, perché? Perché se su questa tela l’attico lo avesse preso qualcun altro, uno festaiolo, uno rumoroso, uno ballerino… uno un po’ meno blu, io non avrei mai potuto odiarlo. Se non lo avessi odiato non avrei mai potuto accorgermi di amarlo. Eh, l’amore è una cosa complicata: un po’ ti capita, ma un po’ te lo vai anche a cercare. Come quella sera in cui dal piano di sopra è arrivato tutto quel rumore. E guarda, lo confido adesso, solo a te, solo per questa volta, ma stavo per gridare: puoifaremenorumore? Non l’ho fatto, sai perché? Perché ho pensato che in tutto quel blu una punta di rosso doveva esserci. Forse è scappata dal mio soffitto per espugnare il tuo pavimento, sai, un’infiltrazione antigravitazionale o c’era sempre stata e non si vedeva, un po’ come quando odi qualcuno, ma lo ami. Ah, non lo so, non guardarmi così. Così, come? Se fossi qui lo diresti. Ok, puoi dirlo, oggi puoi dire tutto quello che vuoi meno che puoifaremenorumore. Prova tu a far zittire questo cuore che tatatabum… che faccio, ti invito a ballare?