31 dicembre 2013

Un mare nero nero che non è un mare, ma un cielo, sempre nero nero, forse no.




C’è un mare nero nero. Non è un mare, ma è nero. Non è nero, ma è. C’è tutto questo cielo scuro che sembra mare per quanto scuote e muove in questa notte nera nera come l’onda che solca la superficie, come una carezza segreta. Come tutte le volte che nascondo qualcosa per te nel palmo della mano chiusa, tra le ciglia degli occhi che ti trattengono, tra le labbra che lasciano scivolare le parole pur di non dirle. C’è qualcosa, ci dev’essere qualcosa per tutta questa pece che impasta e nega il volo. Qualcuno non ci sta. E nuota, nuota in quel mare nero nero, e vola. Vola in quel cielo come fosse mare, come fosse amore anche se non, anche se forse, anche se. Tutto è, come in quel mare, come in quel cielo. Tra le mani e la ciglia chiuse, tra tutte le parole che scivolano via, tra noi che le ripeschiamo a testa in giù. Un tuffo, un volo, un appuntamento che ancora non sappiamo di avere. Solo una volta, solo noi.


15 dicembre 2013

spazio #2


Nebulose, Ernesto Morales


Lo so. Non so, non tutto, ma qualcosa so. Per esempio so riconoscere una notte che mi somiglia. So che una distanza se non c’è s’inventa, se c’è per davvero si fa finta di non vederla, qualche volta. E so che quando si ha paura le buone ragioni hanno sempre la meglio. Meglio che tiri su il cappuccio ché il freddo quasi mi scopre. Scopro sempre troppo tardi qualcosa che avrei dovuto sapere o faccio come si fa qualche volta con la distanza: faccio finta di non vederla. In una notte come questa, in un istante che posso ancora riconoscere, in un punto esatto della mia vita ho detto una bugia. E lo sapevo, quella volta lo sapevo.