8 marzo 2013

03/13

Karen Aghamyan




Addio. Questo pensiero inizia così. È per tutte quelle volte che non ho potuto dirlo. Lo dici lo stesso dentro, ma non è che si possa sempre tenere tutto lì. Nel mio dentro ci sono troppe cose, prima o poi dovrò decidere di mettere in ordine. Oppure no. Addio, io voglio dirlo. Per tutte quelle volte che lo sapevo, anche se nessuno dei due l’aveva detto o per quelle in cui non lo sapevo, ma già non c’eravamo più. È buffo, gli addii sono buffi. Accadono e sono così goffi che anche se lo sanno che è il loro momento non sono mai pronti. E urlano, strepitano con l’illusione di mascherare un dolore  o sgattaiolano via muti, affidando al silenzio un coraggio che sanno di non avere. Addio, a voce alta. Il mio, anche se fa male. Ché tra le urla e il silenzio c’è sempre un modo per andar via senza lasciare nessuno ad aspettare.






"c'è una regola che si complica
se anche questo viaggio partecipi  sola"

(I ritorni, Amour Fou)


2 commenti:

  1. guarda che non basta urlare addio.

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    1. infatti quello di cui scrivo non è urlato, ma detto con decisione ;)

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