La mia
giornata inizia come tutte le giornate delle persone qualunque. Mi alzo, mi
stiracchio, aspetto un po’ prima di mettere i piedi fuori dal letto. O fa
troppo caldo o fa troppo freddo, a seconda delle stagioni, a seconda di come
giri quella mattina. Alla fine scendo. Che poi non è che sarebbe proprio la
fine, ma l’inizio. Scendo, qualche volta sono già giù. Hai capito bene, down
down down. Un sospiro, ché a fare un respiro grosso non è che ci riesca poi
sempre. Mi applico e appiccico tutto quel sospiro alla mia giornata che nasce
stanca e che cerco di svegliare in tutti i modi. Una bella lavata di faccia che
poi non serve nemmeno tanto perché allo specchio non mi guardo neanche più, ma
non posso certo andare in giro con gli occhi cisposi!
Mi sono
alzato, ho la faccia pulita, ma sono ancora in mutande. È inutile che ti dica
che quello che mi vedrai addosso non è che il bottino una pesca alla cieca
nell’armadio. Pesco quello che posso e se viene fuori un paio di calzoni a
quadri insieme a una maglia a pallini, sai che ti dico? Chi se ne frega! Mi
accorgo adesso che ho comprato una maglia a pallini. Non sono sorpreso. Io non
vedo mai niente per davvero, sarà stata lei a fissarmi e a saltare nella busta.
Le maglie a pallini si infilano ovunque, sì, si infilano anche lì, hai capito
bene. Questa qua si è infilata nella busta del supermarket. Io compro sempre
abiti al supermarket. Adesso sono anche vestito. Sbadiglio, mi stiracchio,
ciondolo verso la scarpiera. Stesso metodo che per i vestiti: scarpe viola, quelle
del funerale di Luigino. Viola, insieme alla maglia a pallini e ai calzoni a
quadri, niente calzini che non so dove trovarli. Tant’è. E che ci faccio
vestito così? Esco!
No!
IO - HO -
SOLO - VOGLIA - DI - URLAREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE... !
Io non vedo
niente perché non voglio vedere niente. E sai perché? Perché nessuno vede me.
Perché io dovrei sforzarmi a guardare qualcuno o qualcosa? Magari con la maglia
a pallini qualcuno si accorge di me. Tanto lo so che continuerà a non vedermi
nessuno. Ah, ma io lo trovo il modo, sì che lo trovo. Se nessuno mi guarda
faccio come quella stramaledettissima maglia a pallini. No, niente salti nelle
busta del supermarket, ma un salto nel buio, appena volti l’angolo, sì.
“È buio, non
ti ho visto”, mi dici sempre quando salto fuori all’improvviso.
“Peggio per
te!” ti rispondo un attimo prima di tirati il collo come si tira a un’oca da
spennare e cucinare. Sei fortunato che non sappia cucinare e che le persone
come te mi restino sempre sullo stomaco. Ti lascio lì e poi mi godo lo
spettacolo della tua carcassa esanime nel notiziario di prima mattina. Perché
non te l’ho detto, ma io la mattina, tra la pesca nell’armadio e la scarpiera,
tra una sciacquata di viso e uno sbadiglio, mentre sono impegnato a non
guardare niente, una cosa, solo una, la guardo: il notiziario della mattina. In
quell'attimo mi sento felice, è l’unico momento della giornata in cui so che
sanno che esisto. Mi basta accendere la TV e dall’altra parte c’è qualcuno che
mi guarda e soprattutto mi cerca.
Sai che ti
dico? Torno a dormire, tu non puoi più farlo o lo stai facendo per sempre. Io
stanotte ho da fare e devo riposare. Ci vediamo domani mattina alla solita ora,
sul canale di sempre. Tu sarai una carcassa tra le tante, io sarò l’uomo che
tira il collo nel buio, che tutti cercano e che nessuno vede.
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