7 marzo 2011

Il cannocchiale che non c'era e, forse, nemmeno qualcos'altro


Summer evening, Hopper

Stasera ho messo il vestito che ti ha sempre fatto arrabbiare. Quello rosa, tanto sottile, da scivolare tra le dita a ogni carezza. Sei geloso e a me piace, tanto. Ti arrabbi. Tutte le volte che lo indosso, le sopracciglia fanno un foro nel tuo naso per quanto le aggrotti. Perché l’ho indossato? Perché mi mancano le tue sopracciglia piantate nel tuo naso, perché, nonostante siamo così vicini, non riesco a toccarti.
Non riesco.
Così vicini, così lontani.
Lo sai che mi sembra assurdo che possiamo essere così lontani?
Lo sai che quando penso a tutto quello che c’era ancora non ci credo che non riesco a vederti neppure con il cannocchiale?

Ti ricordi del mio cannocchiale? Mi è sempre piaciuto guardare le stelle e ti ricordi qual è la mia preferita? No, quella è la tua preferita, la mia è più blu, la mia è quella che sorride di più.
Basta con questa storia che le stelle non sorridono! Sorridono, io le ho viste e se non sorridono quando ci sei tu è perché tu non le fai sorridere…
Sarà che sei antipatico, sarà quella vertigine a sinistra che hai in cespuglio che ti ostini a chiamare capelli, sarà quello che le indispone, che ne so, ma una cosa è certa: sorridono!

Forse, se riuscissi a sfiorarti, a farti una carezza, sorrideresti anche tu e ti dimenticheresti del vestito.
Forse non è poi così vero che vorrei ti dimenticassi del vestito. Quanto vorrei accarezzarti, solo un po’, solo una volta, ma non riesco a toccarti.
Non riesco.

Ti ricordi quella notte, quando abbiamo deciso di andare a guardare le stelle?
Che paura, com’era buio, però che luce!
Ci bastava essere insieme e c’era luce.
Quella notte ci ha regalato la stella più bella, quella piaceva a entrambi, me lo ricordo bene perché era così bella che, quando l’abbiam vista, abbiamo smesso di litigare.
Te lo ricordi com’eravamo vicini quella notte?
E il cannocchiale non c’entrava nulla e non c’entrava niente la stella che ci sorrideva e neppure la luna che ci faceva dondolare.
Eravamo lì, sulla luna a guardar le stelle.
Io a un’estremità e tu dall’altra, dondolavamo e sorridevamo.
Lo sguardo puntato al cielo e abbiamo visto la nostra stella.
Non abbiamo dondolato più, ci siamo guardati in silenzio e la luna ha fatto il resto.
Una bella spinta dalla tua parte e sono scivolata giù. In un secondo eravamo abbracciati e la stella ci faceva compagnia.
Ah, luna malandrina, ti ricordi com’eravamo vicini?
E il cannocchiale non c’entrava nulla e nemmeno la luna e tutte le sue manovre ruffiane.
Ci bastava essere insieme, abbracciarci su quella luna e guardar le stelle, in silenzio.

Ti abbraccerei, anche adesso, e so che tu mi stringeresti forte.
Sentiresti scivolare le mani tra la seta della mia fascia sul seno e la mia pelle nuda.
Non saresti più arrabbiato.
No, non più.
Mi baceresti e faremmo l’amore e del vestito non ti preoccuperesti più.
In quel momento sì che sarei felice ti dimenticassi del vestito.
Lo vorrei, non sai quanto lo vorrei.
Ti abbraccerei, se solo riuscissi a toccarti lo farei, ma non riesco.
Ti bacerei.
No, non riesco.

Chissà se tutto questo esisteva poi davvero, chissà se c’eravamo anche noi o se tutto non era che il frutto di una particolare inclinazione della lente del cannocchiale... chissà!
No, il cannocchiale non c’entrava nulla.
Io nemmeno ce l’ho il cannocchiale e non ce l’hai nemmeno tu, però abbiamo la nostra stella e abbiamo tutto quello che c’era.
C’era, e adesso?

Adesso ci rincorriamo e non ci vediamo, ci osserviamo in segreto e ci accarezziamo da lontano, che poi tanto lontano non è.
Adesso siamo qui, sotto questo porticato e non riesco a guardarti.
Ho paura.
Paura di non riuscire a lasciarti andar via.
E dovrei farlo, non avrei altra scelta.
Dovrei.
Se non sapessi che è estate, quasi sentirei freddo.
Se non sapessi che, toccandoti, sentiresti freddo tu, so che ti toccherei.
Ma lo so.
Ci sei?
Adesso dove sei, dove siamo?
Adesso ci rincorriamo e non ci vediamo, ci osserviamo in segreto e ci accarezziamo da lontano, che poi tanto lontano non è.

Te lo ricordi? Così vicini, così lontani.

Forse ci sarà un’altra notte per guardar le stelle, forse dondoleremo ancora e la luna farà tutto quel che c’è da fare, forse troveremo di nuovo la nostra stella, l’unica che hai ammesso sorridesse.

Hai visto che le stelle sorridono?

Adesso no, adesso ci guardiamo da lontano, da quel lontano che poi tanto lontano non è, anche se, poi, non riesco a vederti nemmeno con il mio cannocchiale.
Pensare che io il cannocchiale non l’ho mai avuto! Pensare che un cannocchiale servirebbe a te, adesso.
Adesso che, tutto questo, posso solo vederlo da una stella.
Adesso che io non ci sono più.

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