13 ottobre 2008

chicchiricca, chicchiricca ancora!


Sono le 4.00 e il gallo non canta. Sono le 5.00 e il gallo non canta. Sono le 15.00 e il gallo non canta. Ma non dovrebbe cantare. Invece sì, dovrebbe cantare. Sono le 19.00 e il gallo non canta. Ma non dovrebbe cantare. Invece sì, dovrebbe cantare, fidati che dovrebbe. Mamma, mamma il gallo non canta, il gallo è morto. No, la morte del gallo proprio non ci voleva, un abito scuro e un velo di pizzo nero per il gallo che non c’è più. Piango la morte del gallo. Invece no, canto il canto del gallo, il canto del gallo morto. E come fa il canto del gallo? Il canto del gallo morto, come fa? Fa come il canto del gallo vivo, solo un po’ più triste, solo un po’ più sottovoce. Ci vuole rispetto: il gallo non c’è più, il gallo è morto. “Chicchirichi, chicchirichi, chicchiri…cosa?”. Il gallo canta, sono le 20.00 e il gallo canta. Ma non dovrebbe cantare. Dovrebbe, dovrebbe, fidati che dovrebbe! Il gallo è vivo e chicchiricca allegro e spensierato, anche se sono le 20.00. Mamma, mamma, il gallo chicchiricca, il gallo non è morto. Sono le 23,00 il gallo non chicchiricca più, è tempo di dormire, è tempo di sognare la sua alba amarantogiallablu tutta da chicchiriccare.

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